Recensione: Blood-Fury-Domination

Nuova prova in studio per gli Arthemis (ottava, per la precisione), capitanati dal funambolico guitar hero Andy Martongelli che raggiungono uno stato di grazia con questo “Blood-Fury-Domination”, mixato dallo stakanovista Simone Mularoni dei DGM presso i suoi Domination Studio e masterizzato ai Rogue Studio di Londra per essere pubblicato su Scarlet Records.

Un breve suono sintetico apre “Undead”, col riff di chitarra dai sentori mediorientali e che sfocia nel ritornello in cui svetta la prova vocale di Fabio Dessi e lo fa rimanere in testa da subito, supportato dalla potente sezione ritmica formata da Giorgio JT Terenziani al basso (in grado di compiere assoli come nel corso di questa track)  e dal drumming di Francesco Tresca, il tutto corredato da una pirotecnica prova solista alla sei corde: si evidenzia subito una produzione potentissima e in grado di far risaltare ogni singolo membro degli Arthemis, artefici di un muro sonoro metal che fa rimanere a bocca aperta. Poderosissima la successiva “Black Sun”, caratterizzata dall’iniziale riff killer e sottolineata da una batteria tellurica e da scariche ritmiche che preludono a una cascata di note nell’assolo che conduce verso un finale travogente e coinvolgente; l’inizio velocissimo con tanto di tapping che apre le danze in “Blood Red Sky” conduce la locomotiva del suono su binari di assoluto valore, fra paesaggi di suono pesante che si stemperano nel refrain decisamente più melodico e con voci a scandire l’ugola principale.

“Blistering Eyes” si apre con un inizio epico e melodico, sostenuto dai riff macinati da Andy Martongelli e con una sezione ritmica coesa che fornisce una prova magistrale, portando a definire la costruzione del pezzo come perfetta: la forza d’insieme del gruppo è spaventosa e si dimostra anche quando ci si trova di fronte a una ballad in stile americano, con tanto di pianoforte e chitarra acustica come “If I Fall”, radiofonica a tal punto che ci si ritrova subito a cantarla, il tutto a sottolineare la qualità compositiva in campo su questo “Blood-Fury-Domination”. Si torna prepotentemente al genere principe di questo disco in “Warcry”, con un’apertura tonica e maledettamente efficace che prende una piega ancor più scavezzacollo, screziata dalle note di chitarra e basso (quest’ultimo vero e proprio motore trainante della canzone) che prendono velocità, prima di calmarsi parzialmente nel ritornello e procedere verso un ispiratissimo assolo in grado di trascinare in una sessione di air guitar furiosa ogni ascoltatore (specie nella parte doppiata).

Le dita di Giorgio JT Terenziani (fautore di un assolo anche nel break) guidano l’epica parte introduttiva di “Into The Arena”, una sinfonia di guerra in cui la voce scattante di Fabio Dessi è sostenuta dalla chitarra mentre narra di guerrieri vittoriosi e onorevoli; ieratici cori gregoriani impongono la propria sacralità in “Dark Fire”, brano che correda nella giusta maniera un immaginario fatto di toni profetici ed oscuri dal refrain perfetto in grado di competere con realtà estere più blasonate (nonostante il palmares al di fuori dei confini italici sia di tutto rispetto per gli Arthemis) e sverniciarle totalmente, proseguendo con un assolo dal gusto neoclassico che parte piano e si lega a una parte più veloce. La batteria di stampo tribale di Francesco Tresca, al principio di “Firetribe”, accompagna il giro che bombarda sonicamente le orecchie e diventa un bailamme southern metal che si apre in un refrain arioso e carico di melodia cristallina per tornarsi a rituffare in acque più agitate e cambiare nuovamente pelle con suggestioni sudiste e un assolo incandescente; il torrido metal costellato di armonici artificiali ed atmosfere che si riveleranno di sicuro vincenti in sede live caratterizzano “Inner-Fury Unleashed”, ideale per alzare le corna al cielo e scuotere la testa. Il disco si chiude con “Rituals”, ennesima traccia che conferma “Blood-Fury-Domination” come uno degli album migliori prodotti negli ultimi anni in Italia sotto ogni punto di vista, in grado di poter sicuramente far parlare ancora di più della band.

Gli Arthemis mettono a segno un album potentissimo e senza alcun cedimento, destinato ad ogni ascoltatore di musica metal, che riconcilia con il genere e che si rivela ottimo connubio fra tradizione e modernità, sotto il segno di quattro musicisti straordinari che suonano ora più che mai con “Blood-Fury-Domination” come un vero e proprio gruppo che può arrivare ovunque.

Fabio Meschiari

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Musica e birra. Sempre. In spostamento perenne fra Asia e Italia, sempre ai concerti e con la birra in mano. Suonatore e suonato, sempre pronto per fare casino. Da Steven Wilson ai Carcass, dai Dream Theater ai Cradle of Filth, dai Cure ai Bad Religion. Il Meskio. Sono io.

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