Apocalypse – Recensione: Apocalypse

Avete presente il detto “pochi ma buoni”? Ebbene, penso si attagli perfettamente alle formazioni di
provenienza elvetica.
Siamo nel 1988, in piena epopea thrash, quando la Out Of Tune Records, piccola e oramai scomparsa etichetta di Zurigo rilascia “Apocalypse” dell’omonima band. Il gruppo si forma nel 1984 a Ginevra ed esordisce con il demo “Fuckin’ Demo 84-85”, uscito nel circuito indipendente e ormai praticamente introvabile.
La copertina di quest’album presenta un artwork tanto interessante quanto fosco, ove giganteggia un terrificante pipistrello dai tratti sinistri, stesso scenario nel retro dove a interrompere cotanta malignità vi sono le effigi dei componenti della band. Ad aprire l’album è la scoppiettante “Digital Life”; colpisce subito, considerando l’epoca, l’ottima produzione, ma ciò non deve stupire, in quanto la stessa viene affidata alle mani di Flemming Rasmussen, già produttore di tre capolavori dei Metallica, col risultato di suoni cristallini e strumenti ben distinguibili l’un l’altro. Il pezzo è ben suonato e ci si rende subito conto di come i cinque ceffi abbiano piena padronanza degli strumenti, siamo ora al cospetto di un concentrato di puro thrash che rilascia riff al vetriolo, cambi di tempo, parti rallentate con armonizzazione delle chitarre… difficile rimanere incollati alla sedia, l’headbanging parte praticamente in automatico a partire dalle prime note! Certo, l’influenza della Bay Area di qui in avanti è chiaramente percettibile (echeggiano a più riprese i Metallica finanche i Flotsam & Jetsam), ma ciò non inficia, tutt’altro, sul prodotto finale, da cui risalta una propria identità con particolar riguardo al vocalist, che riesce a distinguersi dall’imperante accozzaglia gutturale in favore di un apprezzabile timbro tanto aggressivo quanto armonioso.
Introdotta da un diabolico risolino ecco che parte la seconda traccia, “A Tale Of A Nightmare”, dove i nostri rallentano leggermente e tirano fuori un’altra piccola gemma, con un chorus molto accattivante di facile presa e cambi di tempo in piena coerenza coi dettami col genere. “Crash!” è il terzo brano, verrebbe quasi da dire “l’immancabile strumentale”, in quanto per anni si era consolidata questa prassi, un episodio musicalmente ineccepibile ma probabilmente superfluo, che non aggiunge nulla alle considerazioni iniziali. Chiude la prima facciata “F**k Off And Die”, a parere di chi scrive, insieme all’opener, una delle
migliori esecuzioni, con diversi cambi fulminei e un ritornello accattivante che troverebbe naturale collocazione in sede live.
La b side si apre con la sontuosa, “The Night Before”, e poi si prosegue la cavalcata tra le praterie del thrash con “Apocalypse”, “Back To The Fire”, “Dark Sword” e, a degna chiusura di un lavoro davvero ben riuscito la “speedy” “Cemetery”. Il disco sarà in seguito distribuito dalla gloriosa Under One Flag e per stile e coerenza rientra senz’altro nel novero dei classici del genere.


Ultima nota: il disco uscì per due etichette differenti. La prima versione datata 1987 della Crash Records presenta una distinta copertina dai tratti maggiormente epici, qualora lo reperiste fatelo subito vostro!

Etichetta: Out Of Tune Records

Anno: 1988

Tracklist: 01. Digital Life 02. A Tale Of A Nightmare 03. Crash! 04. F**k Off And Die 05. The Night Before 06. Apocalypse 07. Back To The Fire 08. Dark Sword 09. Cemetery

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