MAMMOTH WVH
I Mammoth WVH sono i primi a salire sul palco, con il loro hard rock dalle influenze stoner che scalda il pubblico a dovere, anche se il Mediolanum Forum non è ancora totalmente farcito di spettatori. Il leader del gruppo è nientemeno che Wolfgang Van Halen, figlio del mitico Eddie, che si ritrova in questa occasione ad aprire gli Alter Bridge con cui ha un legame implicito che dura da tempo, essendo stato per molti anni il bassista del progetto solista del chitarrista Mark Tremonti. Wolfgang, Ronnie Ficarro al basso, Garrett Whitlock alla batteria e Frank Sidoris e Jon Jourdan alle chitarre ci regalano uno show che dura circa mezz’ora, in cui suonano i brani più significativi dell’omonimo album di debutto della band, uscito a giugno del 2021, travolgendoci con l’energia di pezzi come “Mammooth”, “You’re To Blame”, un’esplosiva “Don’t Back Down” in chiusura e un’indimenticabile “Distance”, pezzo scritto dal frontman in onore del compianto padre.
HALESTORM
Il gruppo guidato dalla carismatica Lzzy Hale si esibisce dando spazio ad alcuni pezzi del nuovo album “Back From The Dead”, senza però dimenticare di eseguire live i brani che hanno fatto la storia della band. La performance si apre con la neonata “The Steeple”, seguita dalle iconiche “Love Bites (So Do I)” e” I Get Off. Giusto il tempo per inserire uno dei pezzi più recenti in setlist dal titolo “Mine”, che la band riporta lo sguardo al passato con “Familiar Taste Of Poison”, tratto dall’album di debutto degli Halestorm, uscito nel lontano 2009. La band continua con una versione infuocata di “Amen”, seguita dall’immancabile solo di Arejay, fratello minore della nostra Lzzy, impossibile da non notare, oltre che per la sua grinta, anche per il suo abbigliamento super fluo. Non potevano mancare le bacchette giganti con cui il “piccolo” Hale gioca con maestria in chiusura al suo assolo. In vista del gran finale, gli Halestorm decidono di presentarci “Back From the Dead” e “Wicked Ways”, due pezzi tratti dal nuovo album, mentre riservano gli ultimi rintocchi a una deflagrante extended version di “I Miss the Misery”, che lascia gli spettatori a bocca aperta.
Setlist:
The Steeple
Love Bites (So Do I)
I Get Off
Mine
Familiar Taste of Poison
Amen
Drum Solo
Back From the Dead
Wicked Ways
I Miss the Misery
ALTER BRIDGE
Sono le 21 ed è arrivato finalmente il momento degli headliner che ci propongono una cascata di brani per un’ora e mezza piena di concerto. Ad aprire le danze è “Silver Tongue”, tratta da “Pawns & Kings”, settimo album della band statunitense e appena uscito. A rappresentarlo troveremo anche l’esplosiva “Sin After Sin” nella prima parte dello show e la title track nella seconda, mentre tutti gli altri pezzi verranno ripescati dagli album precedenti. Dato che “Pawns & Kings” è uscito da pochissimo, mi sarei aspettata una manciata di brani in più a suo favore, ma ammetto che sentire dal vivo i pezzi che hanno costruito le fondamenta della carriera degli Alter Bridge non mi è dispiaciuto affatto. Myles Kennedy si rivolge spesso al pubblico sottolineando il rapporto speciale che la band ha con i fan italiani, con il carisma che porta con sé fin dagli esordi e che probabilmente mai lo abbandonerà. Mark Tremonti e Brian Marshall sono immensamente sicuri di sè e si muovono sul palco come se fossero a casa loro, mentre la batteria granitica di Scott Phillips non perde un colpo. La qualità del concerto dal punto di vista musicale è impeccabile, ma anche dal punto di vista visivo, grazie ai pannelli led dietro al palco e agli effetti speciali di luci e fumo, che vengono cuciti a pennello per ogni pezzo. Brani come “Before Tomorrow Comes” e “Isolation” vengono cantati a gran voce dal pubblico, che viene coinvolto dalla grinta degli Alter Bridge dall’inizio alla fine dello show. Mark Tremonti, prima dell’inizio di “Isolation”, promette di regalare la sua chitarra a uno dei fan delle prime file, precisamente al “The Craziest fan”, ovvero la persona che sarà più partecipativa durante il brano. A fine performance, come promesso da Mark, la chitarra viene consegnata a una bambina presente nelle prime file. Un gesto davvero toccante che scalda i cuori di tutti i presenti. La band decide di fare una sorpesa ai fan Italiani, regalando al pubblico l’emozionante esecuzione dal vivo di “Shed My Skin”, brano che non veniva eseguito nel nostro Paese da ben 17 anni. Le sorprese non finiscono e verso la parte finale del concerto, prima della travolgente e immancabile “Metalingus”, ci viene proposta una versione acustica di “In Loving Memory” molto toccante e resa ancor più suggestiva dagli spettatori, che non esitano ad alzare le luci dei loro telefonini al cielo ondeggiando e cantando a gran voce. Seguono “Blackbird “e “Rise Today”, per un finale in salita costante che culmina con “Cry of Achilles” e “Open Your Eyes”. Una serata davvero memorabile e ricca di emozioni, che ha avuto come protagoniste tre band dalla qualità della performance live davvero indiscutibile.
Setlist:
Silver Tongue
Addicted to Pain
Ghost of Days Gone By
Sin After Sin
Before Tomorrow Comes
Shed My Skin
Wouldn’t You Rather
Isolation
Waters Rising
Pawns & Kings
In Loving Memory
Metalingus
Blackbird
Rise Today
Cry of Achilles
Open Your Eyes