Appearance Of Nothing – Recensione: All Gods Are Gone

Proposta stranamente aggressiva quella degli Appearance Of Nothing per un’etichetta come la Escape, proposta fatta di un prog metal ritmato e melodico dalle parti dei penultimi Threshold e Seventh Wonder con numerose strizzate d’occhio a influenze più power (vedi l’attacco di “2nd God” che potrebbe ricordare i Rage) senza ombra di dubbio ben congegnato ed eseguito.

Ottima le voce di Pat Gerber (anche chitarra) e Omar Cuna (anche basso), roche e potenti il giusto contrappuntate dal growling di Dan Swanö in “The Mirrors Eyes” e le porzioni strumentali in generale; in particolare sono notevoli alcune parti di organo e tastiera (divertenti i suoni techno su “The Call Of Eve”) di un Marc Petralito che si afferma come musicista preparato ed originale.

Formalmente inattaccabili gli svizzeri a conti fatti non brillano però di una grandiosa inventiva a livello di songwriting e da ciò deriva un coinvolgimento discontinuo dell’ascoltatore; certo la professionalità di questo “All Gods Are Gone” non è trascurabile come dimostra il coinvolgimento alle lead vocals in “Sweet Enemy” di Devon Graves che abbiamo piacevolmente risentito ultimamente con la sua nuova band The Shadow Theory e che arriverà in Italia il mese prossimo per il reunion tour dei seminali Psychotic Waltz.

Nella generale pochezza qualitativa degli ultimi mesi va comunque decisamente bene un’uscita così.

Voto recensore
7
Etichetta: Escape

Anno: 2011

Tracklist:

01. The Mirrors Eyes 6:03

02. 2nd God 6:18

03. Sweet Enemy 9:00

04. Destination 9:10

05. The Call Of Eve 5:17

06. …I Said Silence 7:31

07. The Rise And Fall Of Nothing 4:56


Sito Web: http://www.myspace.com/appearanceofnothing

alberto.capettini

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Fan di rock pesante non esattamente di primo pelo, segue la scena sotto mentite spoglie (in realtà è un supereroe del sales department) dal lontano 1987; la quotidianità familiare e l’enogastronomia lo distraggono dalla sua dedizione quasi maniacale alla materia metal (dall’AOR al death). È uno dei “vecchi zii” della redazione ma l’entusiasmo rimane assolutamente immutato.

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