L’allegra brigata degli Alestorm torna tra noi per portarci l’ennesima ventata di divertimento dall’alto tasso alcolico, e considerato il periodo particolare che stiamo vivendo ci voleva proprio! Il sesto album in carriera per i cinque mattacchioni scozzesi si intitola “Curse Of The Crystal Coconut” e, pur con qualche piccola variazione sul tema, ci ripresenta con piacere i consueti stilemi a cui siamo ormai abituati. Il disco non è nostro parere allo stesso livello del suo predecessore “No Grave But The Sea”, nonché della migliore produzione della band, ma si difende in ogni caso molto bene grazie a una pattuglia di brani davvero irresistibili.
E’ il caso ad esempio della scanzonata opener “Treasure Chest Party Quest”, immancabile inno al far festa con una bottiglia in mano, trascinante grazie ai suoi refrain, riff di violino e ritmo scatenato. La spensieratezza è assicurata anche con la successiva, sempre notevole, “Fannybaws”, mentre “Chomp Chomp” rappresenta più che altro un simpatico intermezzo, anche se impreziosito da una comparsata del frontman dei Finntroll Mathias “Vreth” Lillmåns. Le movenze hip hop del singolo “Tortuga” sono invece una delle curiose novità presenti in questo platter, insieme al cantato parzialmente extreme di “Zombies Ate My Pirate Ship”, piccola sinfonia in cui compare anche una voce femminile.
“Call Of The Waves” è quindi una tipica composizione power/folk che pare uscita da un lavoro degli Elvenking; i brevissimi canti da taverna “Pirates’s Scorn” e “Shit Boat” sono poi essenzialmente un ponte verso l’irriverente “Pirate Metal Drinking Crew”, probabile futuro inno dal vivo per il gruppo, nel cui testo i “fuck” si sprecano! La lunga e solenne “Wooden Leg Part 2 (The Woodening)” ci ricorda da vicino l’ormai classica “Captain Morgan’s Revenge”, il sipario è infine affidato alla ballata marinaresca “Henry Martin”.
Il nuovo album degli Alestorm rifornisce di alcune ulteriori perle il repertorio dei nostri per i loro imperdibili live, e questa è forse la cosa più importante. Per il resto, “Curse Of The Crystal Coconut” è senza dubbio un buon disco, assolutamente in linea con la tipica proposta del quintetto e con tutte le carte in regola per piacere ai suoi fan. Ancora una volta i pirati scozzesi sono tornati per farci divertire alla grande, e noi li ringraziamo per questo!