Scanzonato e autoironico, Ace Frehley firma con “Spaceman” un album che rappresenta fin dalla copertina decisamente vintage un ritorno alle radici (sempre che il chitarrista se ne fosse mai allontanato davvero), assolutamente coerente con la discografia sua e dei Kiss. Brani immediati, senza fronzoli, dritti al punto, con quell’attitudine sfrontata e strafottente che ha fatto la fortuna di tutto un genere, oltre a centinaia di migliaia di tra adepti ed epigoni.
L’irresistibile arroganza dell’opener “Without You I’m Nothing”, un riff da marcia inarrestabile alla conquista del mondo, ci porta nel luna park del chitarrista, che per l’occasione è affiancato da Gene Simmons, cosa che avviene anche nella più ordinaria “Your Wish Is My Command”, anche questa con il trademark inconfondibile di Frehley e della premiata ditta. Ma è tutto l’album a funzionare e a colpire con la sua energia: in particolare l’indovinata cover di “I Wanna Go Back” di Eddie Money e il singolo “Rockin’ With The Boys”, che parla di vita on the road, sono estremamente contagiose con la loro carica di divertimento. “Spaceman” ha i suoi episodi più tirati nella ruvida e graffiante “Bronx Boy” oltre a “Pursuit Of Rock And Roll” e “Mission To Mars”, queste ultime con un sound più moderno e tagliente: state tranquilli, però, perché anche in questo caso Frehley non si sposta dai territori battuti con sicurezza da quarant’anni e più. L’album si chiude con la strumentale “Quantum Flux”, carica di atmosfere e sfumature, aliena rispetto al resto della scaletta ma a modo suo efficace.
Naturale e spontaneo, per niente originale, prendere o lasciare. Io finché il circo continua a girare mi sento rassicurato da tanta familiarità.