Aborted: “Retrogore” – Intervista a J.B. van de Wal

Con il nuovo album “Retrogore” gli Aborted proseguono con orgoglio e dedizione la loro ormai ventennale carriera votata al death metal più brutale. Avremmo in teoria avuto l’opportunità di fare il punto della situazione col leader, nonché unico membro fondatore superstite, Sven de Caluwé, ideatore del concept horror-gore che da sempre caratterizza il gruppo; nel momento stesso dell’intervista ci rendiamo però conto di avere davanti, invece dell’interlocutore preannunciato, il bassista J.B. van de Wal. Quest’ultimo si rivela gentile e disponibile, ma non può purtroppo fornirci  l’approfondimento sulle tematiche e sulla storia della band che avrebbe potuto garantirci il cantante. Eccovi comunque l’esito della nostra sintetica chiacchierata.

Come presenteresti il Vostro nuovo album “Retrogore” in poche parole?

In poche parole? E’ Retrogore! Ahahah! Un puro album degli Aborted!

L’intro dell’album si intitola “Dellamorte Dellamore”: siete quindi fan del film di Michele Soavi o del libro di Tiziano Sclavi e della letteratura e del cinema horror italiani in generale?

Senza dubbio siamo fan della scena horror italiana; personalmente, però, non conosco il film stesso, solo la storia che ne sta alla base. Eheh!

Considerando i testi delle vostre canzoni e la cover del disco, possiamo capire come siate grandi fan delle tematiche gore e dei film horror: cosa puoi dirci di questa vostra passione?

Siamo dei grandi fan di tutti i film slasher degli anni ’80, dei film gore: queste sono le tipologie di pellicole che hanno influenzato il nuovo album e che volevamo citare in esso. Volevamo che il disco stesso avesse le medesime vibrazioni, suonasse come un film gore della vecchia scuola. E’ il nostro stile.

Quale canzone, a tuo parere, può essere considerata come una delle più rappresentative dell’album?

Ottima domanda! Ce n’è una per cui abbiamo anche realizzato un video, “Divine Impediment”, aggiornamento che abbiamo da poco comunicato sul nostro sito web (l’intervista è stata realizzata pochi giorni prima dell’uscita del video ufficiale in questione, n.d.r.). Penso che questa canzone sia probabilmente una delle più rappresentative dell’album: volevamo realizzare un disco più oscuro e questo brano possiede tutti gli elementi che desideravamo. E’ la mia preferita e a mio parere anche la più rappresentativa. Questa volta abbiamo scritto un po’ di pezzi strani  e credo che questa ne faccia parte.

Alcuni mesi fa avete fatto uscire l’EP “Termination Redux” per celebrare i vostri primi 20 anni di carriera: come vi sentite per aver raggiunto questo importante traguardo?

Sono nella band dal 2008, ovviamente ho visto all’opera solo alcune line-up: è in ogni caso una cosa grandiosa, ma siamo stati così impegnati fino ad ora con la scrittura dell’album, dell’EP e con i tour che non abbiamo avuto tanto tempo per le celebrazioni!

Nel corso di questa lunga carriera avete avuto numerosissimi cambi nella vostra line-up: è difficile portare avanti una band per così tanti anni in questa situazione?

Senza dubbio ci sono momenti in cui ti senti demotivato, momenti in cui nella band ti ritrovi degli stronzi, cosa avvenuta in passato, che creano problemi perché si aspettano dei soldi… ma siamo nel mondo del metal, per cui ovviamente non facciamo tanti soldi! Ahah! Poi ci sono quelli che hanno idee differenti sulla musica, quelli che sono troppo impegnati col lavoro… a questo punto, però, tutti i cambiamenti che abbiamo avuto riguardano il passato, ora abbiamo messo assieme una line-up in cui siamo tutti contenti, in cui ce la passiamo bene e andiamo verso la stessa direzione. In questo momento la situazione è ottimale e tutto va per il meglio.

Per descrivere il vostro sound, Sven ha recentemente dichiarato: “siamo l’incarnazione del death!” . Cosa intendeva con questa forte affermazione?

L’incarnazione del death? Molto bello! Eheh! Darò la mia interpretazione: noi vogliamo essere più death metal che possiamo, direi! Eheh! Inoltre, come già espresso nel concept del nostro album precedente, noi crediamo ancora che tutta l’umanità si estinguerà a un certo punto, perciò vogliamo comunicare ancora una volta questo concetto attraverso la nostra musica, nella maniera più forte possibile.

Due anni fa ho avuto il piacere di vedervi dal vivo al Summer Breeze, sul Pain Stage, e ricordo una grande performance molto apprezzata dal pubblico: possiamo dire che quella live sia la vostra dimensione ideale?

Grazie innanzitutto! Comunque sì, certamente! Io penso davvero di provar maggior piacere in una situazione live piuttosto che nei momenti in studio, per quanto mi riguarda personalmente, anche perché a mio parere nella band ci troviamo molto bene insieme e puoi percepire questo maggiormente ai concerti che su disco. Siamo ovviamente molto contenti dell’album, ma per fare quest’ultimo abbiamo realizzato le varie parti individualmente, mentre agli show ci divertiamo di più, la situazione è più dinamica; le canzoni possono venir fuori ora più lente, ora più veloci, dipende dal pubblico. Il live è insomma una miglior rappresentazione della band.

Continuando a parlare della vostra attività live, avete già pianificato un tour europeo, magari con alcune date in Italia?

Al momento non abbiamo ancora pianificato nulla perché siamo stati davvero molto impegnati con la realizzazione dell’album, dell’EP e con i precedenti tour, ad esempio quello coi Kataklysm e i Septicflesh. Parteciperemo comunque ad alcuni festival open-air estivi e penso che per la fine dell’anno organizzeremo un tour in Nord America e in Europa, probabilmente.

Per concludere, qual è il tuo messaggio per i vostri fan italiani?

Ragazzi, mi auguro che apprezziate davvero il nostro nuovo album, ci abbiamo messo tutti noi stessi. Penso che sia uno dei miei preferiti, spero che piaccia anche a voi!

Aborted Official 2016 - Texas Chainsaw

matteo.roversi

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Nerd e metallaro, mi piace la buona musica a 360 gradi e sono un giramondo per concerti (ma non solo per questi). Oltre al metal, le mie passioni sono il cinema e la letteratura fantasy e horror, i fumetti e i giochi di ruolo. Lavorerei anche nel marketing… ma questa è un’altra storia!

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