Recensione: A Farewell To Gravity

È un periodo dove ci sta capitando di ascoltare materiale discreto da un punto di vista qualitativo (al di là del genere proposto) ma scarsamente innervato di originalità e voglia di proporre qualcosa di nuovo.

Quello degli Hypnotheticall è un nome che è girato per anni nell’underground del metal italico ed ha raggiunto l’apice di notorietà in concomitanza del debut “Dead World” del 2009; in verità non si ha l’impressione che la band sia completamente uscita da questo status perché il prog metal proposto ci sembra un tantino freddo e sterile ma, soprattutto, dalla concezione tipicamente anni ’90, ormai superata.

Non si può assolutamente dire che “A Farewell To Gravity” sia un “brutto” lavoro ma purtroppo emoziona solo in alcuni passaggi, guarda caso quelli più innovativi ed inaspettati; nei momenti più malinconici c’è una certa propensione a dirigersi verso il metal dalle tinte dark degli ultimi Katatonia (“Drifting Dreamers”) mentre “Brainstorming Line” include interessanti porzioni thrash che aprono uno spiraglio su quello che potrebbero diventare potenzialmente gli Hypnotheticall.

Curiosamente è la seconda parte del CD quella che convince di più quindi alla fine dell’ascolto ci rimane una sensazione decisamente più piacevole di quella iniziale anche se non riusciamo ancora a considerare la band italiana completamente matura.

Alberto Capettini

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Fan di rock pesante non esattamente di primo pelo, segue la scena sotto mentite spoglie (in realtà è un supereroe del sales department) dal lontano 1987; la quotidianità familiare e l’enogastronomia lo distraggono dalla sua dedizione quasi maniacale alla materia metal (dall’AOR al death). È uno dei “vecchi zii” della redazione ma l’entusiasmo rimane assolutamente immutato.

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