SHELTER ‘The Purpose, The Passion’ (Century Media / Self)

Continua inesorabile la parabola discendente di Ray Cappo e dei suoi Shelter. Al secondo album sotto le ali protettrici della Century Media, la band si scopre tragicamente senza idee e totalmente priva di mordente. Sarà che la defezione di Porcell ha pesato più del dovuto, fatto sta che il songwriting di ‘The Purpose, The Passion’ è leggero ed inconsistente, basato tutto sulle prestazioni vocali del singer, che ormai si limita ai ‘soliti’ coretti orecchiabili, senza riuscire però ad indovinare la melodia vincente. Quel poco che c’era di buono nel precedente ‘When 20 Summers Pass’ è sparito, per lasciare il passo a brani anonimi e all’acqua di rose, distanti anni luce dalla sostanza a cui ci avevano abituato gli Shelter in passato. Che sia arrivato il momento di porre la parola fine (e magari riesumare i ‘Better Than A Thousand’)?

VOTO: 5

ENSIGN ‘The Price Of Progression’ (Nitro / Self)

Di tutt’altra pasta invece gli Ensign, che già qualche mese fa ci avevano dato un antipasto del loro nuovo lavoro con l’EP ‘For What It’s Worth’. Un sound dinamico e spigliato, che mescola senza paura e senza fronzoli la spensieratezza punk con l’impatto hardcore, ottenendo risultati in alcuni casi veramente notevoli. Rispetto all’EP risultano più marginali le influenze prettamente metal-core, che si limitano a qualche brano (la violentissima ‘The May Conspiracy’ ad esempio, che ricorda i Disembodied), mentre si punta maggiormente l’attenzione sulla velocità e sulla dinamica. Il risultato sono quasi trent’otto minuti di movimento ininterrotto, a tratti irresistibile, in altri frangenti meno convincente e più ordinario, ma comunque divertente e di buona fattura.

VOTO: 6,5