Il fenomeno goth rock sta davvero dilagando in Finlandia che, dopo il successo di band come 69 Eyes, HIM e Poisonblack, si appresta ad accogliere gli Charon in quella che potremo definire una hall of fame nazionale.
Se è veritiero da un lato che il five-piece non si sprema molto le meningi per congegnare alcun mutamento nelle concavità di un sound che è perfettamente inserito nei cliché del genere, dobbiamo altresì sottolineare che i nostri non hanno certamente ceduto l’anima al dio denaro, sfoggiando in ‘The Dying Daylights’ undici motivi sì catchy e melodici, ma pure dannatamente potenti e aggressivi, bilanciando in tal modo i frangenti più decisi e taglienti di pari passo a quelli più dolciastri e accattivanti che, assunti in eccessive dosi, avrebbero certamente sformato il risultato finale, come ad esempio è successo a qualche illustre collega.
L’opener ‘Failed’ ed il primo singolo ‘In Trust O No One’ sono assolutamente quanto di meglio il genere possa attualmente offrire, con refrain possenti e facilmente memorizzabili, chitarre abrasive in bell’evidenza e ritmiche spedite. Catturano l’attenzione pure ‘Religious/Delicious’ con la sua spiccata inclinazione all’hard rock, ‘Death Can Dance’ con le sue schegge dark-wave, ‘Guilt On Skin’ e ‘Every Failier’ con i loro riffoni scavati e voluminosi ed anche ‘In Brief War’ ove spiccano i duetti tra female-vocalist e Juha-Pekka Leppäluoto, che si riconferma uno dei migliori dark-singers in circolazione.
Effetti speciali? Voli pindarici? Niente da fare, gli Charon si rivolgono senza incertezze a sonorità loro più congeniali, concentrandosi quindi su di un compatto e ben oliato gothic-rock al 100%… E’ preferibile esprimere bene un concetto soltanto che sperimentarne mille in maniera approssimativa…
Voto recensore 7 |
Etichetta: Universal Anno: 2003 Tracklist: 01. Failed 02. Religious/Delicious 03. Death can dance 04. In brief war 05. Guilt on skin 06. Unbreak, Unchain 07. Drive 08. Every failier 09. In trust of no one 10. If 11. No saint |