Difficile la vita per noi scribacchini quando in giro ci sono dei burloni come gli Old Man Gloom. D’altronde, da una band dove milita gente che ha fatto parte di gruppi di folli come Cave In, Isis, The Ocean o Lotus Eaters, possiamo anche aspettarcelo. Inizialmente i californiani annunciano un nuovo album, “The Ape Of God”, in uscita in questo piovoso novembre. Arriva il relativo pacchetto promozionale, noi lo ascoltiamo, pensiamo “che bravi”, buttiamo giù la nostra bella recensione e siamo lieti di aver fatto il nostro dovere.
E invece no, perché ecco arrivare una notizia curiosa che ci illumina sul fatto di essere stati allegramente presi per il culo. “The Ape Of God” non sarà infatti il semplice nuovo disco della band, ma un titolo identico (come identica è la copertina) per due diversi album. Oh bella, noi allora cosa abbiamo ascoltato? Semplice, uno scherzo della band. Non il vero (anzi i veri) dischi che portano lo stesso titolo, ma del materiale diversamente composto e arrangiato e poi inoltrato agli addetti ai lavori. Si sa poi come vanno queste cose. Il buontempone di turno lo piazza in rete, la gente lo scarica, lo ascolta e … non sa di avere tra le mani un falso d’autore!
Un bellissimo falso poi! La qualità del finto album è davvero considerevole, credeteci. Non avremmo mai sospettato di nulla. Ora i due veri dischi sono disponibili in streaming e dopo averli sentiti non possiamo fare altro che confermare la nostra impressione. Gli Old Man Gloom saranno pure dei minchioni, ma quando si tratta di suonare musica interessante, allora fanno sul serio. I due differenti platter non presentano a nostro vedere differenze così profonde, se vogliamo il primo disco è più diretto e presenta anche dei pezzi brevi come la furente “Fist Of Fury” o la marcia lisergica “Simia Dei”, mentre il secondo preferisce dare al singolo pezzo una natura multiforme, miscelando lo sludge sporco e compresso del gruppo a dei ritrovati ambient noise. Poca melodia e tanto disagio.
Non sono molte le band come gli Old Man Gloom, capaci di proporre il lato più ferale del doom psichedelico con tecnica e violenza simili. Preparatevi ad un assalto sonoro fatto di sludge che avanza monolitico come una colata lavica, eppure ricco da un punto di vista esecutivo, a base di sovrapposizioni tra le chitarre e le voci (ben tre, tutte ovviamente orientate al growling) e una sezione ritmica spietata. Quasi assenti i break melodici ma parecchi effetti sonori disturbanti che spesso creano momenti di crescendo (ottima in questo senso “Aarrows To Our Hearts”) per una band che rilegge il concetto di rumore con una logica matematica e sorprendente.
E pensare che ci hanno pure scherzato sopra! Ma a questo punto, considerando il falso, quanti saranno adesso i “The Ape Of God”? Due o tre?
Voto recensore 7,5 |
Etichetta: Profound Lore Anno: 2014 Tracklist: The Ape Of God I 01. Eden's Gate 02. Promise 03. Shoulder Meat 04. Fist Of Fury 05. Simia Dei 06. The Lush 07. Never Enter 08. After You Are Dead The Ape Of God II 01. Burden 02. Predators 03. A Hideous Nightmare Lie Upon The World 04. Aarrows To Our Hearts Sito Web: https://www.facebook.com/pages/Old-Man-Gloom/41173493966 |