Quando una band pubblica un album che ne porta il nome, solitamente ha raggiunto un risultato importante da condividere con il suo pubblico. Vuoi perchè si ha a che fare con una rinascita, vuoi perchè il disco in questione è considerato quello della maturità definitiva. Ed è proprio ciò che possiamo dire del nuovo e appunto omonimo studio album dei potentini Ecnephias, il primo sotto l’egida della My Kingdom Music.
“Ecnephias” (i dettagli) sviluppa ulteriormente il percorso evolutivo lento ma costante che ha interessato la band nei suoi quasi vent’anni di carriera, ormai palesato anche dal precedente “Necrogod” (la recensione) ma che in occasione del quinto capitolo acquista i tratti definitivi. Il disco è per certi versi assimilabile al percorso che hanno compiuto altri acts del bacino mediterraneo (possiamo citare Moonspell, SepticFlesh, Rotting Christ) con i quali gli Ecnephias hanno condiviso crescita e sviluppo di un panorama musicale originatosi dal black metal ma diventato presto del tutto distinto.
La nuova fatica del five-piece lucano è per molti aspetti l’album più melodico e assimilabile fino ad oggi concepito, ma per quanto non manchi una costante orecchiabilità, non si cade mai nel radiofonico o nel pezzo ruffiano, poichè il romanticismo e la malinconia restano le sensazioni predominanti. E come al solito un lavoro degli Ecnephias suggerisce calore, ricorda i profumi del Sud, è notturno, misterioso e forte di un alone di energia sessuale che, consentitecelo, solo le band del bacino mediterraneo possiedono. Notiamo, fin da “The Firewalker”, come Mancan utilizzi più spesso la voce pulita e Sicarius ritagli uno spazio sempre più ampio alle tastiere. Le melodie, come dicevamo, restano però grandiose e non scadono in nessuna faciloneria. Perchè in fondo gli Ecnephias non dimenticano le loro origini e la commistione tra elementi di black/death melodico e gothic metal è garantita da chitarre taglienti e da una sezione ritmica severa. Ben venga poi che il brano risulti ficcante e il refrain sempre mnemonico.
Notiamo questo nella già citata “The Firewalker” e nel cupo, disperato romanticismo di “Born To Kill And Suffer”. Il disco bilancia comunque molto bene la muscolarità della band a inserti melodici continui e d’effetto. Brani come “Chimera”, “The Criminal” o “Wind Of Doom” sono un buonissimo esempio di come la durezza del metal possa infrangersi su tappeti di tastiere che in una certo senso sembrano guardare alla wave italiana degli anni’80, qui però incupita e riletta dal gruppo con personalità. Vogliamo poi segnalare gli ultimi quattro pezzi del lotto come i più riusciti. Lento e granitico, “Nycthophilia” inserisce numerose parti di cantato in italiano (un’altra caratteristica della band che in “Ecnephias” appare in costante aumento), mentre “Nia Nia Nia”, brano ricco di folclore ed emozioni, vede il gruppo rielaborare con gusto una delicata canzone popolare. “Vipra Negra” (potete vedere QUI il video), chiude l’album con la metafora della donna-serpente, veleno e antidoto, per un ottimo brano di extreme metal moderno e orecchiabile. L’outro “Satiriasi”, propone una gradevole contaminazione con la musica elettronica e getta le basi, chissà, per un’idea da sviluppare in futuro.
“Ecnephias” è un ottimo album di extreme metal mediterraneo, ulteriore conferma della versatilità del gruppo lucano.
Voto recensore 7,5 |
Etichetta: My Kingdom Music Anno: 2015 Tracklist: 01. Here Begins The Chaos (Intro) Sito Web: http://www.ecnephias.com/ |