“Desideratum” (i dettagli) segna il traguardo dell’ottavo album per gli inglesi Anaal Nathrakh (il nome deriva dall’incantesimo pronunciato da Merlino nel film “Excalibur” ed è traducibile come “il respiro del serpente”), senza dubbio una delle band più personali e riconoscibili all’interno del panorama estremo britannico.
Dopo aver mosso i primi passi dedicandosi a un black metal arcigno e crudo di chiara derivazione nordica, il two-piece composto dal multi strumentista Mick Kenney e dal vocalist Dave Hunt (Benediction, Dethroned, Mistress) ha elaborato il proprio concetto di violenza combinando un black algido e riverberato con la brutalità del grindcore e sferzate industriali. Un ibrido polimorfo e crudele, ma tenuto a bada da una tecnica esecutiva impressionante ad escludere prevedibilità o rumore fine a sé stesso.
E se il precedente “Vanitas” (la recensione) proponeva questa formula con grande efficacia ma facendo ormai mancare l’effetto sorpresa, il nuovo “Desideratum” è sotto alcuni aspetti innovativo. L’ascolto lascia infatti l’impressione di come la band, pur senza snaturarsi, abbia tentato un approccio più melodico e dalla natura per così dire “progressive”, da vedersi in esecuzioni cangianti e anarchiche dove entrano più spesso subdoli rallentamenti e aperture epiche in cui la voce di Dave preferisce tonalità pulite.
In tutto questo però il trademark non viene mai a mancare, con la perfetta combinazione tra derive black marce e nere come la pece a infiltrarsi tra costrutti grind/punk al fulmicotone. Ne sono un perfetto esempio l’opener “Acheronta Movebimus”, di una violenza inusitata e “Monstrum In Animo”, gemma di perfidia nelle sua velocità. “The One Thing Needful” propone maggiormente detti momenti più “ariosi”, se ci passate il termine, ma di fatto non rinuncia alla diabolica contaminazione tra atmosfere arcaiche, riff di chitarra compressi e urla disumane. Ancora una volta i due inglesi non fanno mancare un’anima elettronica che mai invasiva, arricchisce i brani con frustate gelide e schizoidi (“The Joystream”) che rendono l’amalgama ancora più oscura.
La titltetrack, la breve ma intensa “Idol” (che potete ascoltare QUI) e il finale affidato alla ferocia di “Ita Mori” sono altri highlight di un album che non conosce il minimo cedimento. Senza dubbio una delle release più interessanti dell’anno.
Voto recensore 8 |
Etichetta: Metal Blade Records Anno: 2014 Tracklist: 01. Acheronta Movebimus Sito Web: https://www.facebook.com/Anaalnathrakhofficial |