Non è la prima volta che i Pere Ubu incontrano “Carnival Of Souls”. Nel 2011 il leader maximo David Thomas si cimentò in una rilettura musicale del B-movie di inizio anni’60 diventato in seguito una pellicola cult per gli appassionati del genere. All’indomani della release di “Lady From Shangai” (la recensione), il massiccio Dave, che resta a tutti gli effetti l’anima e il corpo dell’ensemble, riprese in mano il progetto portandolo a termine con il gruppo al completo.
Smesse le necessità new wave dell’ultimo studio album, che seguendo il modus operandi colto e sopra le righe dei nostri ironizzava circa la musica dance, “Carnival Of Souls” rispolvera sonorità più antiche, ponendosi come un crocevia tra post punk, psichedelia e rock, dove a fungere da collante è la voce allucinogena e sbeffeggiante dell’imponente chef.
Ben più colorato ed elastico di “Lady Of Shangai”, “Carnival Of Souls” viaggia tra le derive post punk attraversate da chitarre lisergiche e diluite di “Drag The River” all’abrasione vecchia maniera di “Bus Station”, disarticolato e onirico. Non manca in tutto questo il ricorso a suoni distanti e spaziali che fanno capolino tra le note di organo di “Visions Of The Moon” e nella stessa “Carnival”, momento di probabile fattanza collettiva intriso di un mood oscuro e visionario che potrebbe piacere a David Lynch.
In coda qualche nervo scoperto però: una sorta di ballad come “Irene” che proprio appare fuori luogo e una lunga suite di oltre dodici minuti dal titolo “Brother Ray”, un episodio liquido ed estraniante che non sempre mantiene l’ispirazione adatta a far sì che l’ascolto resti attento (leggi: è un po’ noioso). Quelli di “Carnival Of Souls” non sono ancora i Pere Ubu al massimo della forma, ma abbastanza convinti da piacere a fan acquisiti e potenziali.
Ora non resta che aspettare e vedere cosa inventerà David Thomas la prossima volta.
Voto recensore 7 |
Etichetta: Fire Records Anno: 2014 Tracklist: 01. Golden Surf II Sito Web: http://www.ubuprojex.com/ |