Se la qualità di una metal opera si misurasse dall’importanza degli ospiti coinvolti, il terzo album dei Melted Space meriterebbe un voto altissimo. Invece, il progetto nato dalla mente del compositore francese Pierre Le Pape, coadiuvato da una lunga lista di all star del panorama metal internazionale, non arriva neanche ad una sufficienza risicata. Il motivo è da ricercarsi un un sognwriting davvero troppo eterogeneo, in grado di spaziare dal symphonic metal, al black, passando per il gothic più romantico, che ci fa perdere in più di un occasione il filo durante l’ascolto.
Invitiamo tutti i curiosi ad andarsi a leggere i nomi e cognomi dei musicisti coinvolti in quest’opera, per chi invece possiede la capacità (a volte rara) di giudicare un lavoro per i contenuti, cerchiamo di illustrare la musica dei Melted Space. “The Grand Lie” inzia con un intro orchestrale più lungo e prolisso del previsto (quasi 3 minuti), con vocals femminili soporifere ad introdurci alle composizioni di Le Pape. “Called By The Queen” è un brano symphonic metal accuratamente arrangiato, in cui vocals femminili e maschili si intrecciano attraverso un’impostazione classica, ma sicuramente piacevole. “No Need To Fear” comincia ad introdurre passaggi in growl, che, supportati da clean vocals ed orchestrazioni non può non farci venire subito alla mente i Dimmu Borgir. Con la seguente “Terrible Fight”, invece, veniamo all’anima più suadente dei Melted Space, con un approccio lirico e gotico piuttosto dozzinale e prevedibile. “The Grand Lie” prosegue lungo queste coordinate per tutta la propria durata, alternando momenti in cui l’esperienza degli ospiti permette di salvare il salvabile, mentre altri in cui non è sufficiente.
I Melted Space arrivano al traguardo del terzo disco senza compiere quel salto di qualità che ci si aspetterebbe da un progetto di questo livello. E non bastano le partecipazioni di Arjen Lucassen, David Vincent, Mikael Stanne, Ailyn Gimenéz, Kobi Fahri (e qui mi fermo, ma il listone è tutt’altro che finito) a salvare un album senza idee e senz’anima.
Voto recensore 5,5 |
Etichetta: Sensory Records Anno: 2015 Tracklist: 01. Listen To The Song Of Despair Sito Web: https://www.facebook.com/meltedspace |
Che orribile album. Noiosissimo. Li ho dovuti ascoltare SOLO xké vado a Milano alla data dei Myrath il 3/3/2016 (che fan da spalla ai Symphony X anche se questi ultimi li valuto inferiori ai Myrath sia come tecnica che come originalità, ma pure come vocals) comunque per tornare al gruppo di cui si parla qui, i Melted space, ho tentato di ascoltare con attenzione ma sono davvero fastidiosi. Gli strumenti sembrano finti è decisamente male assemblati tra loro. Anche gli stacchi, i cambi di ritmo all’interno dei singoli pezzi risultano fatti male. Mah. Mi sipiace che li abbiano accostati a un gruppo ottimo come Myrath.