Dopo qualche anno di silenzio tornano gli austriaci Edenbridge, e francamente non è un bel ritornare. La nuova fatica del quartetto è deludente, debole e prevedibile.
Non parte bene la band di Sabine Edelsbacher ed Arne Stockhammeril: “Shiantara”, traccia d’apertura, è piatta e noiosa. Una canzone davvero povera, con un voce poco ficcante e melodie che ricordano (davvero troppo in alcuni frangenti) gli ultimi Kamelot.
“The Die Is Not Cast” segue la stessa – preoccupante – linea tracciata da “Shiantara”, e non brilla per dinamismo e concretezza. Una piccola luce sembra accendersi nel break di chitarra acustica, ma sono solo attimi perché la canzone prosegue poi in maniera decisamente poco convincente tra cambi di tempo (lasciamoli fare a professionisti per favore) ed un ritornello dimenticabile. Poco meglio “The Moment Is Now”, che riesce a convincere leggermente di più grazie ad una linea vocale finalmente d’impatto. Non un miracolo, ma almeno un tentativo andato a segno.
Sbadigli e mediocrità nella ballad “Until The End Of Time”. 4.36 minuti di puro niente già ascoltati miliardi di volte. A nulla serve l’ospitata di Erik Martensson (W.E.T. ed Eclipse) , che non regala spunti ad una canzone dimenticabile. Non un guizzo melodico degno di nota: per una ballad è praticamente una condanna a morte. Sufficiente “The Visitor” che, nonostante la prevedibile struttura musicale, qualche emozione riesce a regalarla.
Anche la seconda ballad (2 ballad spalmate all’interno di un disco di sole 9 tracce sono decisamente troppe) “Only A Whiff Of Life“ è povera di contenuto. Prevedibile, debole e poco emozionante. Chiude l’album “The Greatest Gift Of All”, 12 minuti e spiccioli di compitino ben svolto tra assoli, pianoforti e parti – quasi – epiche. Formalmente perfetta, ma con gli stessi difetti riscontrati lungo tutto il vivacchiare di “The Great Momentum”: debolezza e prevedibilità.
Inconsistente l’apporto della Junge Philharmonie Freistadt Orchestra, che non aggiunge niente ad un songwriting incapace di “accendere la luce” in maniera continuativa. Per assurdo l’orchestra è in certi frangenti addirittura troppo invadente con “svolazzi” melodici fuori contesto (“Return To Grace” per fare un esempio).
Non è questo il “symphonic metal” di cui abbiamo bisogno. Siamo nella serie “B” (se non addirittura Lega Pro) del metallo. Passate comodamente oltre.
Voto recensore 5 |
Etichetta: SPV/Steamhammer Anno: 2017 Tracklist: 1. Shiantara 2. The Die Is Not Cast 3. The Moment Is Now 4. Until The End Of Time 5. The Visitor 6. Return To Grace 7. Only A Whiff Of Life 8. A Turnaround In Art 9. The Greatest Gift Of All Sito Web: http://www.edenbridge.org/ |