Passato quasi sotto silenzio il debutto dei romani Concept aveva al contrario messo in evidenza una band di tutto rispetto nel panorama prog-metal nostrano e le aspettative su questa seconda uscita erano piuttosto elevate. Dopo un attento ascolto dobbiamo però concludere che il tanto auspicato salto di qualità non è avvenuto. Intendiamoci, siamo davanti ad un lavoro ricco di idee e spunti personali, il che non è davvero poco in un mondo così inflazionato da gruppi che cercano di fare il verso alle band più affermate, ma ancora non riusciamo a dirci completamente soddisfatti da un songwriting troppo indeciso tra la melodia e la raffinatezza del prog e una certa ripetitività tipica del power-speed, mentre la produzione (vero tallone d’Achille di ‘Reason And Truth’) mostra qualche miglioramento, ma resta ancora lontana dai migliori standard del settore. Sempre sugli scudi il tastierista Andrea Mastroianni, il più convincente, grazie al gusto esibito nella costruzione melodica e nelle rifiniture , mentre delude un po’ il cantante Gianni Carcione, vocalist dotato e dalla timbrica caratteristica, ma che qui fatica a trovare linee sempre azzeccate, soprattutto nelle song più immediate, dimostrando maggiore adattabilità nelle parti più difficili e progressive. Di positivo abbiamo sicuramente la preparazione tecnica della band e la voglia di uscire dai canoni. Proprio per questo i momenti migliori si possono ascoltare quando i Concept calano la carta della complicazione, riuscendo a costruire porzioni di canzone davvero straordinarie per scorrevolezza e personalità (un esempio è certamente la lunga ‘ A Fate Worse Than Death (Of Reason)’) Quanto serve per garantirsi una posizione sopra la media, ma ancora non abbastanza per lanciare sfide all’elite del genere. Speriamo alla prossima.