Il mondo della musica e l’industria che ruota intorno ad esso sono certamente cambiati nel corso degli anni e oggi è senza dubbio molto difficile fare i musicisti di professione.
Lo ha confermato in una recente intervista il bassista dei Megadeth, Dave Ellfson, che ha spiegato chiaramente le sfide di una wannabe rockstar dei giorni nostri:
“Ad essere onesti, il miglior modo per rimanere nel music business oggi è darsi al mercato immobiliare, perché non ci sono più molti soldi che girano e questa è la realtà. Io me ne sono reso conto molto tempo fa: Dave ed io siamo stati fortunati a lanciarci nei MEGADETH quando ancora davanti a noi c’era un futuro brillante e la possibilità di firmare con un’etichetta importante. Quando siamo passati al Sanctuary Music Group di Rod Smallwood, il manager degli IRON MAIDEN, sapevamo che c’erano parecchi soldi a disposizione, anche se era essenzialmente una grande etichetta indipendente.
L’heavy metal e il punk rock nascono sempre dal basso e se sei abbastanza fortunato, come noi con i MEGADETH, puoi avere un successo mediatico e dei momenti di celebrità, ma anche questi passano in fretta. Noi siamo ancora qui perché ci siamo costruiti una solida fanbase. Il motivo per cui Universal ha firmato con i Megadeth è che mettevamo sul tavolo il pacchetto già completo. Scommetto che molte etichette che hanno aiutato a costruire la carriera di band come MÖTLEY CRÜE, MEGADETH e GUNS N’ ROSES, si siano poi mangiate le mani per non aver stipulato dei contratti a 360° in quegli anni. Immaginate se case discografiche come Geffen, Capitol, Warner Brothers detenessero ancora parte del brand dei Megadeth e quindi parte del nostro merchandising o dei nostri tour. Siamo stati fortunati a vivere in un periodo del business musicale in cui non dovevamo svendere i nostri diritti su tutti questi aspetti, mentre oggi gran parte delle band devono farlo per avere un contratto.
E onestamente, in quanto oggi a capo di un’etichetta, lo capisco. Quale persona sana di mente oggi investirebbe dei soldi per costruire la carriera di un artista? Ci sono tantissimi rischi e pochissimo ritorno economico.”
