Hub Music Factory porta anche in Italia, al Live Club di Trezzo sull’Adda per la precisione, l’EMP Persistence Tour 2017: un appuntamento atteso da tutti i seguaci del verbo hardcore (con inserti thrashcore e metalcore per una parte dei gruppi presenti) che, giunti da ogni parte d’Italia, cominciano ad assieparsi dietro l’ingresso della venue prescelta per il macello della serata.
L’onore di aprire le danze, in orario perfetto e non ancora da canonico aperitivo, spetta ai Mizery che, forti del debut album “Absolute Light”, riesce a coinvolgere il pubblico grazie ad un hardcore dalle forti influenze metal e che se ne frega dei problemi iniziali di suono andando dritto e a testa bassa incontro ai favori del pubblico, strappando consensi e i primi scapocciamenti ai convenuti che cominciano a riempire la sala: confermano la loro ottima prova su disco e fanno pensare che si faranno sentire parecchio in futuro.
E’ il turno dei Burn che travolgono il pubblico col loro sound in puro stile New York -loro città di provenienza-: gli aficionados più attempati sanno che sono attivi da più di quindici anni e questa è una bella occasione per vedere all’opera la band capitanata dal carismatico animale da palco Chaka Malik (anche negli Orange 9mm) reduce dalla pubblicazione del loro ultimo “From The Ashes”, prova in studio che giunge a distanza di quasi tre lustri dalla precedente. Una performance muscolare che fa salire di temperatura il pubblico che, alla stessa maniera, continua a salire in termini numerici.
Dalla Virginia, i Down To Nothing cominciano ad infiammare seriamente i kidz sulle note di una intro classic rock: la loro performance è figlia della loro storia, non certo riconducibile a una band di primo pelo, ed è un piacere vedere una band rabbiosa e scattante di fronte a una sala di dimensioni decisamente più grandi rispetto a quelle che ci si aspetterebbe per un gruppo del genere. Il suono si fa via via più definito e preciso grazie anche alla dedizione e di tutti coloro coinvolti nell’evento, che rispettano le tempistiche strettissime in termini di set e cambio palco.
E’ arrivato il momento dei Walls Of Jericho, guidati dalla furia Candace Kucsulain, vero e proprio motore del gruppo che ha partorito un mega CD come “No One Can Save You From Yourself” di quasi un anno fa: un suono muscolare, teso ed arrabbiato come l’attitudine della cantante, che non si spreca di certo come così fanno i suoi compari che la seguono nell’esempio. La foza devastante del muro di suono creato dalla band è ben sottolineata dalle movenze sul palco che viene messo a fuoco e fiamme in mezz’ora e vede sempre più pogo, crowdsurfing (non sempre incoraggiato, ahimè) e una coralità sopra e sotto il palco che culmina col bagno di folla dell’urlatrice.
Il Live Club è praticamente pieno in ogni dove quando i Municipal Waste salgono sul palco dopo un breve homemade soundcheck: la componente fisica della loro musica si esplicita nella fisicità del pubblico, che si devasta fisicamente all’insegna del thrashcore del gruppo, fresco anche se stasera un po’ sotto il livello solito al quale la band ha abituato nel tempo. Poco importa perchè il gruppo si diverte e fa divertire, con un’attitudine che è un perfetto mix di politicizzato (il merchandising ne è un esempio lampante) e di sana cazzoneria: il mondo ha ancora bisogno di gruppi così!
Sempre più in alto, come la chitarra brandita da Vinnie Stigma quando si presenta sul palco con Roger Miret e gli Agnostic Front: l’apoteosi dell’hardcore old school, l’unità fra punk e skin che si materializza con la performance magistrale della band, amatissima in Italia (vedasi la t-shirt dedicata al Paese) e che di certo non si risparmia fra la cover di “Blitzkrieg Bop”, pezzi come “Police State” e coinvolge ogni presente con l’inno “Gotta Go”. Un concerto che in 45 minuti riesce a polverizzare ogni eventuale scetticismo nei confronti del gruppo che continua a divertirsi, come dimostrato dall’espressione da bimbo sessantenne di Stigma, che saluta vecchi e nuovi amici dal palco e vede circle pit e tutto il corollario che ci si aspetta da una performance del genere. La passione. La storia. Fondamentali.
Tracklist
The Eliminator
My Life My Way
Police Violence
For My Family
Friend or Foe
Victim in Pain
Old New York
All Is Not Forgotten
Peace
Crucified
Gotta Go
Police State
A mi manera
Addiction
Blitzkrieg Bop
Atmosfera tropicale fra pubblico, sudore e calca è quella che accoglie i Suicidal Tendencies di Mike Muir: l’ultimo “World Gone Mad” ha visto l’ingresso di Dave Lombardo, un batterista che non ha di certo bisogno di presentazioni e che ha dato il suo personale apporto alla skate punk band più famosa del mondo. Si capisce da subito, quando a luci basse partono le note dell’immortale “You Can’t Bring Me Down”, che stasera il gruppo capitanato dal nerboruto singer regalerà un’ora di emozioni anche per chi è anagraficamente troppo giovane per averli conosciuti vent’anni fa: le bandane e i baseball caps si possono notare ovunque, a partire dal palco, dove quattro musicisti si rincorrono (se la batteria si potesse muovere a propulsione muscolare probabilmente girerebbe impazzita come una trottola), si divertono e non si risparmiano di certo, riuscendo a portare a casa due “invasioni di palco” pacifiche e che sottolineano la festa che si consuma sotto la visuale dela band. C’è spazio anche per reminiscenze da “Angel Of Death” e da “Il Padrino”, gradevoli intermezzi fra successi come “War Inside My Head” e “Possessed To Skate”, abbattendo le ultime resistenze fisiche del pubblico convenuto stasera per la maratona hardcore. Gli anni passano, i capelli sono meno ma la potenza non tende a scemare, seppur a volte si rimane a corto di fiato e ci si deve fermare per ritemprare le energie: va bene così e ce ne fossero di performance del genere.
Tracklist
You Can’t Bring Me Down
Two Sided Politics
War Inside My Head
Subliminal
Trip at the Brain
Freedumb
Living For Life
Possessed to Skate
I Saw Your Mommy
Cyco Vision
How Will I Laugh Tomorrow
Pledge Your Allegiance
L’EMP Persistence Tour 2017 si è rivelato un vero successo in termini di pubblico, di caratura del bill e di atmosfera: non si può avere proprio tutto e logicamente non si può accontentare tutti sotto ogni punto di vista ma la serata è stata di quelle da ricordare e si spera che la calata di un contingente hardcore del genere si ripeta molto presto.
SUICIDAL TENDENCIES
AGNOSTIC FRONT
MUNICIPAL WASTE
WALLS OF JERICHO
ragazzi Lombardo alla batteria e neanche una foto? scherziamo dai lasciate la professione di fotografi e dediacatevi ad altro
Ciao Alessio, sono il fotografo.
(in reply to alessio)Onestamente, lasciar perdere la professione solo perché non c’è una foto di Lombardo mi sembra quantomeno esagerato! Spiace tantissimo anche a me non averne fatta una, credimi, ma purtroppo durante un concerto il batterista è sempre quello più nascosto e che risente di più delle dinamiche che accadono sul palco e sotto il palco. In sostanza: a volte si riesce a fotografarlo, altre volte purtroppo no.